Hai scoperto di avere un talento e ti piacerebbe trasformarlo in un business tutto tuo. Se da un lato questa idea illumina il tuo viso e ti fa sentire bene, dall’altra ha il potere di trascinarti in un profondo stato di confusione.
Innanzitutto tengo a dirti che non sei sola. Si tratta infatti di una condizione piuttosto frequente quando si è agli inizi. Quindi ti invito a fare un profondo respiro e a pensare che se ce l’hanno fatta gli altri, ce la puoi fare anche tu.
Lanciarsi nella libera professione è sicuramente un passo importante da compiere. Credimi però che il modo in cui decidi di affrontare questa sfida fa davvero la differenza. In particolare, il motivo che ti spinge a scegliere la vita da freelance non può semplicemente ridursi a un voler abbandonare la vita da dipendente perché non ti soddisfa.
Ci dev’essere di più.
Molto di più.
Se stai pensando di tuffarti nel mondo del lavoro in proprio, ti consiglio di continuare a leggere le prossime righe. Potresti trovare degli spunti interessanti su cui riflettere.
Quando NON mettersi in proprio
Spesso, e soprattutto negli ultimi tempi, veniamo bombardate dalle storie di fantomatici “imprenditori” digitali che sono riusciti ad arricchirsi nell’arco di pochissimo tempo e stando comodamente appollaiati a bordo piscina con cocktail e pc.
La vita da freelance pare sia divenuta la soluzione magica a tutti i mali del mondo lavorativo: ti permette di essere libera, di viaggiare continuamente e di fare i soldi con una facilità inaudita.
Se così fosse, il mondo sarebbe popolato solo da liberi professionisti.
Non trovi?
Cavalcando il filone dell’alchimia, ho raggruppato di seguito alcuni degli ingredienti che caratterizzano la “pozione del freelance”.
- Se scegli di lavorare in proprio, non lavorerai di meno.
Lo so, questa verità è dolorosa.
Soprattutto in fase di avviamento di una nuova attività, le ore del giorno non sembrano bastare mai. La libera professione richiede infatti tempo e dedizione, in particolare quando non hai la possibilità di delegare certi compiti.
Essere una freelance significa saper essere flessibile ed essere disposta a rivestire ruoli ben diversi da quello che la tua idea di business rappresenta. Dovrai occuparti personalmente del lato fiscale del tuo lavoro, del marketing, della gestione dei tuoi clienti e di molto altro ancora. - Se scegli di lavorare in proprio, dovrai essere disciplinata.
Non ci sarà un capo che ti dirà cosa fare.
Non ci sarà un capo che ti dirà come fare qualcosa.
Non ci sarà un capo che ti dirà entro quando fare quella cosa.
Sarai tu a decidere le regole del gioco.
Sarai tu l’unica responsabile del tuo business, nel bene e nel male. - Se scegli di lavorare in proprio, dovrai essere organizzata.
La libera professione ti consente di gestire il tuo tempo, questo è vero.
Ma, contemporaneamente, ha il brutto vizio di tendere a permeare la tua vita.
Eee già!
Starà a te essere davvero ligia e diligente nello scandire i limiti del tuo lavoro per evitare che la tua stessa vita si rispecchi solo e unicamente nella tua professione.
Avrei potuto continuare ancora con diversi punti, ma non vorrei che tu ritenga che io voglia demotivarti.
Lo scopo di questo articolo, infatti, è sfatare le false credenze legate al mondo del lavoro in proprio.
Universo che amo profondamente e dal quale non uscirei mai per tornare a fare la vita da dipendente, pur riconoscendone le difficoltà.
Quando mettersi in proprio
Detto ciò, ti starai chiedendo quando, allora, è il caso di lanciarsi nella libera professione.
A mio avviso la risposta è solo una: quando sei spinta da una forte vocazione. Quando la tua anima scalpita per intraprendere un percorso complesso, ma in grado di farla brillare in tutta la sua luce.
A tal proposito, ho creato per te “Dal talento al business” la risorsa gratuita che puoi scaricare direttamente da qui e che ti aiuterà a compiere i primi passi per tessere il tuo successo.
[Pic by Paige Cody on Unsplash]
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