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A volte, nell’affrontare l’argomento “sogni” ho come l’impressione di muovere dei passi su di un terreno minato.
Un terreno minato da paure, preconcetti e pregiudizi.
Allo stesso tempo, si tratta anche di un terreno arido, spesso prosciugato da false speranze o dalla convinzione che basti semplicemente desiderare qualcosa con ardore attendendo che l’Universo si attivi per regalarcela.

A mio avviso, i sogni sono una cosa seria: incarnano infatti ciò per cui siamo disposte a metterci in gioco.
In altre parole, dandoci l’occasione di desiderare ci apriamo alla possibilità di rischiare.
Rischiare di perdere, certo.
Ma anche, e forse soprattutto, rischiare di vincere.

Concedersi il “lusso” di sognare

Quando mi sono lanciata nella libera professione, sono stata additata e definita da alcuni come un’illusa.
In tanti si sono prodigati a consigliarmi cosa avrei dovuto fare per sentirmi “veramente” felice. In pochi, e guarda caso solo chi mi amava davvero, hanno compreso che la mia scelta derivava dal sogno di trovare la forma della MIA felicità.

In un certo qual modo, ho compreso che i sogni sono un lusso.
Infatti, l’atto di desiderare richiede attenzione ed energia.

Per essere contattati ed espressi, i desideri necessitano innanzitutto di un cambio di paradigma di pensiero, come ti ho raccontato in questo articolo.

Ed ecco che, dinnanzi allo sforzo che siamo chiamate a mettere in campo per esprimere i nostri sogni, spesso risulta più semplice e immediato etichettare i desideri come irraggiungibili per loro stessa natura. Così facendo, ci abituiamo a confondere la chiamata della nostra Anima con l’illusione e, giorno dopo giorno, a silenziare i messaggi della nostra voce interiore.

Dal cuore alla carta

Come forse sai, adoro così tanto scrivere da aver addirittura “prescelto” il mezzo con cui far fluire le parole sulla carta (come ti racconto in questo simpatico articolo).

La mia relazione con i desideri, quindi, non può che essere coltivata e nutrita attraverso un supporto cartaceo.
Custodisco infatti un bellissimo quadernetto in cui appunto tutto quello che voglio sentire, ottenere e realizzare nella mia vita.

Grazie a una cara amica che ha avuto la grande intuizione di stimolare la mia fantasia per spronarmi a uscire da un momento buio, diversi anni fa ho avuto modo di approcciare la Tecnica dei 101 desideri. Al tempo, su suggerimento della mia sorella di Anima, ascoltai un intervento di Igor Sibaldi in cui veniva approfondita questa pratica e, come per magia, ho riaperto le porte ai miei desideri.

Non è stato un processo immediato, sono onesta.
Inizialmente scrivevo i miei sogni “col tappo”: era come se li elencassi con la tristezza nel cuore, convinta del fatto che non si sarebbero mai realizzati perché  mancava sempre qualcosa (come, per esempio, i soldi). Presto mi sono accorta che stavo affrontando questa intima esperienza con senso del dovere, non con l’Anima.

Il risultato?
Ho aperto e mai concluso diverse liste di desideri e quasi nessuno di essi si è mai realizzato.

Fino a che… eureka!!!
Ho scoperto che il senso più profondo del desiderare risiede non tanto nell’obiettivo che desideriamo raggiungere, quanto nel contattare quella sensazione che proveremmo a traguardo raggiunto.

Come sempre, l’approccio fa la differenza.
Ancora una volta, la grande partita la giocano i nostri pensieri e le nostre emozioni.

Desideri ritrovare la connessione con la tua vocina interiore e far risplendere quella magnifica luce che già brilla dentro di te?
Dai un’occhiata ad Anima, il mio percorso di coaching per tessere il tuo talento.

[Pic by Jason D on Unsplash]

Chiara
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