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“Sono una creativa… alla sola idea di pianificare la pubblicazione dei miei post, mi vengono i brividi.”

“Pianificazione e programmazione sono per me sinonimi di rigidità. Preferisco lasciarmi ispirare dal momento.”

“Sono una ribelle: non posso pianificare!”

Anche queste sono alcune delle frasi che mi farebbero diventare miliardaria se potessi intascare anche solo un euro per ogni volta in cui mi ci imbatto.
Si tratta infatti delle obiezioni più gettonate quando affronto l’argomento marketing e pianificazione.

Molto spesso la programmazione viene vissuta da diverse freelance come una sorta di gabbia dalla quale non si può uscire e in grado di conferire un aspetto meccanico a quello che dovrebbe essere un business con l’Anima.

Ebbene, ti svelo subito una verità tremenda (sì… sono ironica!) : per quanto io stessa abbia fatto del marketing ribelle la mia bandiera impegnandomi con tutte le mie forze nel diffondere il messaggio che sono i social a lavorare per noi e non viceversa, non potrei assolutamente fare a meno di una strategia di comunicazione articolata e ben scandita.

In altre parole: se vuoi che il tuo business sia degno di essere definito come tale, è necessario che tu sia disposta a diventare imprenditrice di te stessa.

Dimmi un po’… hai mai sentito parlare di imprenditrici o di imprenditori di successo che hanno tagliato i propri traguardi improvvisando?
Io no. Ma se tu hai qualche esempio che mi contraddice, ti prego di condividerlo con me! Prima di farlo, però, tengo a sottolineare il fatto che l’essere lungimiranti o visionari non significa improvvisare, bensì è indice di forte intuito.

Detto ciò, mi piacerebbe affrontare insieme a te l’argomento pianificazione, dimostrandoti che è possibile preservare la tua essenza intuitiva, creativa, ribelle e spontanea pur affidandoti alla programmazione.
Non ti resta che continuare a leggere!

In equilibrio tra l’Essere e il Fare

In genere, quando si parla di business al femminile si richiamano qualità come la gentilezza, l’empatia, l’intuito, la creatività e la sorellanza.
Abbraccio pienamente questi valori, tanto da aver immaginato che la mia cliente ideale sia proprio una donna.

Di frequente, però, vedo rimarcare quasi con orgoglio la netta separazione che sussiste tra l’approccio al femminile e quello maschile in ambito imprenditoriale: sembra quasi che il primo abbia un’Anima, mentre il secondo, forse perché più improntato all’azione, ne sia del tutto sprovvisto.
Allo stesso tempo, i business al femminile faticano all’idea di parlare liberamente di guadagni e denaro, come se, in fondo, ritenessero che questo sia un argomento poco spirituale (se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere questo articolo).

Credo e sono parte attiva nel processo di emancipazione della donna, ma sono anche convinta del fatto che “femminile” non è meglio di “maschile” (e viceversa). Per questo motivo vorrei innanzitutto invitarti ad apprezzare le innumerevoli sfumature che caratterizzano la nostra esistenza.

A mio avviso, la vera sfida sta nel tessere un business che sia in equilibrio tra l’Essere e il Fare.
Mi riferisco a un’attività che sia coerente con la chiamata della nostra Anima e che ne manifesti l’essenza, riconoscendo che per generare un “Avere” che sia in sintonia con i nostri valori è necessario definire delle azioni ispirate da mettere poi in campo. Proprio come ci suggerisce la Formula della Felicità (se non sai di cosa si tratta, ti consiglio di leggere questo articolo).

Questa tipologia di business non ha un genere: non è esclusivamente di natura femminile o maschile, bensì è la sintesi di queste due splendide realtà.

Organizzate e libere: si può!

Non mi stancherò mai di ripetere che coltivare un business significa innanzitutto tessere una relazione, non solo con la nostra clientela del cuore, ma anche (anzi, soprattutto) con noi stesse.

Immagina una chef che ha fatto della cucina etica, vegana e a chilometro zero la propria missione di vita, divulgando un approccio consapevole all’alimentazione e facendosi portavoce dell’aspetto sacro che il cibo rappresenta per il nostro benessere.
Immagina inoltre che la filosofia di questo tipo di cucina richieda una preparazione lenta e accurata per ciascun piatto, assecondando inoltre i flussi stagionali.

Supponiamo che questa preziosa professionista gestisca un ristorante con diversi posti a sedere, aperto a pranzo e a cena.

Se la chef in questione improvvisasse all’ultimo momento i menu della giornata e si occupasse a ridosso dell’apertura del locale dell’approvvigionamento delle materie prime di cui necessita per preparare le pietanze selezionate…

  • … cosa succederebbe, secondo te, a lungo andare?
  • … come si sentirebbe ogni mattino al risveglio e con quali sensazioni andrebbe a dormire?

Per esperienza ti dico che molto probabilmente questa chef inizierebbe ad accusare un forte stress, talmente totalizzante da portarla magari a detestare qualcosa che nasceva da un suo profondo desiderio. O magari la sua cucina, prima o poi, perderebbe di qualità proprio perché lei stessa sarebbe poco centrata a causa della grande stanchezza accumulata nel tempo.

Se invece questa chef definisse di settimana in settimana la programmazione del menu e contattasse per tempo i fornitori così da ricevere con regolarità e sulla base delle proprie necessità materie prime fresche e di qualità, come cambierebbe lo scenario?
La risposta vien da sé… non è vero?

Spesso confondiamo il programmare con il rinunciare alla creatività, all’intuizione e alla nostra natura selvaggia.
Diciamo che ciò accade sicuramente nel momento in cui ci approcciamo alla programmazione con un atteggiamento orientato al “dover fare”, ossia assecondando un’imposizione esterna e non derivante da un nostro intimo desiderio.

Nel momento in cui, invece, la programmazione diventa parte integrante di quel rituale volto a manifestare al meglio i momenti in cui creatività e intuizione sono ai loro massimi livilli, ecco che lo “schedulare” diviene uno strumento di libertà e non di costrizione.

Quando ho riconosciuto di essere una creatura ciclica e ho abbracciato le variazioni e le trasformazioni del mio livello energetico, emotivo, cognitivo e di propensione alle relazioni, la programmazione è diventata per me una delle mie più grandi alleate. Utilizzare questo potere che per ere ci è stato negato e nascosto non è forse un modo meraviglioso di manifestare la nostra natura selvaggia?

Vuoi imparare a organizzare le tue attività assecondando la tua femminilità?
Chiedi aiuto alla Luna! Puoi scoprire a cosa mi riferisco leggendo questo articolo.

E, se senti il bisogno di essere guidata nella tessitura di un business che parta innanzitutto da te, ti consiglio di dare un’occhiata al mio percorso di business coaching Intreccio.
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A presto

[Pic by Mikhail Nilovb on Pexels]

Chiara