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Adoro i libri, soprattutto quelli di seconda mano scovati in fondo a un’immensa pila di tomi accatastata su di una traballante bancarella del mercatino dell’usato.
E amo quella frizzante sensazione di prurito al naso che si prova all’apertura di questi scrigni del tesoro abbracciati dalla solitudine del tempo.

Storie che rischiano di essere dimenticate riprendono improvvisamente vita con un rituale magico piuttosto inusuale… un fragoroso starnuto.
La torre in cui vivo vede spuntare libri negli angolini più impensabili e, come forse immaginerai, non esiste un momento preciso in cui è il caso di smettere di adottarne di nuovi: per quanto molte avventure non abbiano ancora concluso la propria narrazione, ogni nuovo cantastorie è il benvenuto.

La passione per la mitologia e le storie antiche mi ha portata a nutrire e rimpolpare una particolare sezione della mia libreria “diffusa”.
Mi riferisco al genere delle fiabe.

Nell’immaginario comune, spesso le fiabe vengono banalizzate a strumento per far addormentare i bambini.
E se invece si trattasse di magiche alleate per stimolare il risveglio della nostra saggezza interiore?

Vieni con me: nelle prossime righe ti svelerò l’essenza delle fiabe di potere.

Fiabe e favole sono sinonimi?

Molto spesso, un po’ per cavalcare la frenesia del mondo moderno e un po’ per una scarsa sensibilità sul tema, si tende a utilizzare i termini “fiaba” e “favola” come se fossero parole intercambiabili.

Senz’altro in entrambi i casi abbiamo a che fare con dei racconti. Non a caso, l’etimologia di entrambi i termini ci riporta al concetto di narrazione e di racconto.
Di fatto, però, fiabe e favole corrispondono a due generi letterari molto diversi tra loro.
Vediamone brevemente il perché.

Le fiabe nascono come racconti popolari, tramandati da una generazione all’altra grazie alla narrazione orale.
Cantando avventure dal sapore magico e fantastico, le fiabe sono generalmente ambientate in luoghi al di là dello spazio e del tempo.
Prodigiosi accadimenti, personaggi fantastici e sfide incredibili sono ingredienti pressoché irrinunciabili affinché la fiaba possa manifestare tutta la sua meraviglia.

Come citato poc’anzi, anche le favole sono dei racconti.
In questo caso, però, l’essenza mitologica e leggendaria descritta un attimo fa lascia spazio alla morale, frase lapidaria e ammonitrice attraverso la quale le favole hanno il compito di educare il lettore.
Popolate da animali, oggetti e piante rappresentativi dei vizi e delle virtù umane, le favole altro non sono che racconti allegorici che mettono in scena le maschere umane ed il cui fine ha un carattere spiccatamente didattico.

In altre parole, se, da un lato, la fiaba si pone come viaggio iniziatico in cui l’eroe o l’eroina partono alla volta della riscoperta del proprio potere personale, dall’altro la favola drammatizza le caratteristiche umane stereotipando i comportamenti degli animali al fine di conformare il lettore a un comportamento etico specifico.

Fatta questa breve ma fondamentale distinzione, nelle prossime righe ti svelerò qualcosa in più sulle fiabe di potere.

Il racconto dell’Anima

James Hillman, padre della psicologia archetipica, sosteneva che ciascuno di noi, vivendo, mette sulla scena della vita un mito.
Riconoscendo il mito che stiamo mettendo in atto, quindi, abbiamo la possibilità di riscattarci e di liberarci.

Non è l’uomo che va curato, ma le immagini del suo ricordo, perché il modo in cui ci raccontiamo e immaginiamo la nostra storia influenza la nostra vita. (J. Hillman)

Hillman ci racconta dunque che il linguaggio dell’Anima è fatto di immagini ed è proprio il ri-conoscere tali immagini che ci permette di raggiungere la realizzazione di noi stessi.

Fare fiabe è fare Anima.
Attraverso immagini, simbolismi e parole, le fiabe ci permettono di ricordare chi siamo.
Entrando in quello stato meditativo che si crea quando una fiaba viene narrata ed ascoltata, abbiamo la possibilità di uscire dall’irretimento delle credenze limitanti generate dalla mente e di aprirci, al contempo, al contatto con i sogni, la poesia e la nostra visione più profonda.
Meraviglioso, non trovi?

Paola Biato, counselor narrativa e ideatrice del metodo Metafiabe, sostiene che noi siamo fatti della stessa sostanza delle fiabe:

La nostra fiaba preferita rivela il nostro programma di vita segreto, i nostri talenti, la nostra missione.
A contatto con le fiabe, i nostri progetti possono mostrarsi, possiamo vedere dove stiamo andando, trovare soluzioni. (Paola Biato)

Possiamo camminare le parole, contattare nuove immagini e battere nuovi sentieri cantando storie mai udite prima.

Perché, come dice Selene Calloni Williams:

Curare e narrare sono una medesima arte, poiché l’uomo. è storia, fiaba, mito. (Selene Calloni Williams)

Al prossimo articolo!

 

[Pic by Page Cody on Unsplash]

Chiara
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